Come ben sappiamo, sia per averlo sperimentato sulla nostra pelle, sia per le lamentele di gran parte delle persone che ci stanno intorno, il mal di schiena è uno dei disturbi più diffusi nella nostra società.
Ma siamo sicuri che la lombalgia sia solo conseguenza di posture errate o di sforzi eccessivi dovuti al lavoro e altre attività della vita quotidiana?
Esiste un legame tra lombalgia e intestino?
Queste sono le risposte che mi sento dare dalla maggior parte dei miei pazienti quando chiedo da cosa pensano possa essere originata la loro sintomatologia.
Quando poi inizio a far domande su come stia il loro intestino o cosa e come hanno mangiato nei giorni precedenti, mi guardano con un grande punto di domanda che traspare chiaramente dall’espressione del loro viso. “Che cosa centrerà mai la mia lombalgia con il mio intestino?”
Intestino: il nostro secondo cervello
Vi posso assicurare che queste due parti del nostro corpo, schiena e intestino, hanno una forte interconnessione sia a livello strutturale.
Un rapporto che si manifesta attraverso i tessuti connettivi che sostengono e danno forma a tutto il nostro corpo. Anche a livello neurologico attraverso le informazioni (comprese quelle del dolore) che viaggiano sulle vie nervose condivise.
Come sta emergendo dalla ricerca da vent’anni a questa parte, l’intestino è un organo molto più complesso di quanto si pensasse. Tanto da essersi guadagnato l’appellativo di “secondo cervello”.
Non solo la struttura e la fisiologia di questo meraviglioso organo, ma anche quel chilo e mezzo di organismi che lo abitano e costituiscono la cosiddetta “flora batterica”, contribuiscono, se in disequilibrio, a creare tensioni e disturbi alle strutture adiacenti, prima tra tutte, la zona lombare della colonna.
Come ben sappiamo, l’alimentazione è radicalmente cambiata negli ultimi 70 anni della nostra storia.
Sono stati introdotti cibi nuovi, raffinati, pastorizzati, colorati, conservati, aromatizzati a cui non ha fatto ancora seguito un adattamento del nostro apparato gastroenterico.
È come pretendere che un mezzo progettato per funzionare a benzina, vada a gasolio. State certi che prima o poi qualche problema si presenterà. Il nostro organismo, per fortuna, ha una capacità di adattamento elevata, ma alla lunga i disturbi si manifestano comunque.
L’affaticamento quotidiano di cui soffre l’intestino obbligato a digerire quantità eccessive di cibo di pessima qualità e l’infiammazione che ne consegue, potrebbero essere la causa di un elevato numero di casi di lombalgia cronica.
Se poi entrassimo nel merito di quanto possano influire le nostre emozioni sul funzionamento di questo organo dovuti alle sue relazioni con i centri del sistema limbico e dell’amigdala nel cervello, potremmo scriverci un libro.
Insomma, una conoscenza più approfondita del nostro secondo cervello e una maggior consapevolezza delle sue condizioni di salute, ci potrebbe veramente essere utile per gestire la lombalgia e anche tutta un’altra serie di disturbi che da esso possono originare.
Dato che non sempre al dolore lombare corrisponde un altrettanto intenso dolore addominale, i consigli che vi posso dare per verificare lo stato di infiammazione dell’intestino sono i seguenti:
– controllare l’odore e la consistenza delle feci oltre alla frequenza di evacuazione;
– monitorare lo stato di gonfiore addominale e dei tessuti in generale;
– notare se la mattina, alzandovi col mal di schiena, questo migliora dopo aver evacuato. L’ evacuazione diminuisce le tensioni interne dell’intestino e di conseguenza anche quelle sulla colonna e i suoi muscoli;
– eseguire una autopalpazione abbastanza profonda sull’addome per evocare eventuale dolore in diverse zone (intestino tenue o colon).
Per saperne di più posso consigliarvi due testi scritti da ricercatori nel campo che sono in grado di presentare argomenti scientifici con un linguaggio leggero accessibile a tutti. Vi troverete anche delle indicazioni pratiche per prendervi cura di voi stessi.
– “L’intestino felice” di Giulia Enders, Sonzogno Editore
– “Buona cacca a tutti” di Adrian Schulte, Macro Edizioni
A cura della Dott.ssa Annalisa Calvi – Osteopata