La primavera è la stagione in cui si manifestano di più i sintomi respiratori legati alle allergie stagionali. Negli ultimi 20 anni la prevalenza della rinite allergica, reazione scatenata dal contatto con allergeni presenti nell’ambiente, è aumentata e oggi si attesta su 25 -30% della popolazione generale (circa una persona su 3-4 ne è interessata).
L’allergia è una patologia che non conosce età e non risparmia nessuno, ad eccezione forse del bambino nel primo anno di vita. Le principali cause di allergia respiratoria sono i pollini in particolare ma anche allergeni domestici quali acari della polvere, muffe, pelo degli animali domestici. Tra le pollinosi sono molto frequenti le allergie alle graminacee, alle betullacee e alla parietaria ma negli ultimi anni stiamo assistendo a un incremento significativo dell’allergia al cipresso e di alcune specie arboree come l’ambrosia. Questo tipo di erba presente soprattutto nella nostra regione proviene dagli Stati Uniti d’America e causa riniti e anche altri sintomi respiratori da metà agosto alla fine di ottobre.
Come curare le allergie di stagione?
Vista la possibilità della rinite e della congiuntivite allergica, disturbi già di per sé molto fastidiosi, di poter evolvere in un quadro di asma, è molto importane effettuare una diagnosi accurata e precoce sottoponendosi all’esecuzione delle prove cutanee.
Il prick test è un semplice esame che si fa in ambulatorio, ponendo gocce dell’allergene sulla cute e pungendo con delle lancette per fare penetrare una piccolissima quantità di allergeni. Dopo un’attesa di circa 20 minuti si osservano le reazioni cutanee e si pone la diagnosi. Questo primo test di base pone poi l’indicazione ad ulteriori accertamenti se necessari e alla necessità di effettuare prove respiratorie in particolari periodi dell’anno, anch’esse effettuabili in ambulatorio.
Posta la diagnosi e in base alla gravità della sintomatologia si può poi consigliare una terapia mirata e personalizzata, dall’utilizzo di antistaminici, spray nasali e colliri, inalatori per la terapia dell’asma fino alla immunoterapia specifica desensibilizzante, chiamata comunemente vaccino.
Diagnosi precoce
L’importanza della diagnosi precoce sta anche nel fatto che le terapie funzionano meglio se utilizzate presto e nel modo corretto, per prevenire patologie più gravi. Infatti un paziente allergico trattato correttamente migliora la sua qualità di vita senza essere obbligato ad evitare alcune pratiche quotidiane (fare sport, andare in bicicletta, fare un pic nic).
L’immunoterapia specifica, cioè la somministrazione dell’allergene verso cui il paziente è sensibilizzato a dosi crescenti nel tempo, induce una sorta di desensibilizzazione del sistema immunitario, migliorando i sintomi e prevenendo l’evoluzione della rinite in asma allergico.
Predisposizione genetica a sviluppare allergie
Bisogna ricordare inoltre che esiste familiarità nelle malattie allergiche: se un genitore è allergico, o peggio tutti e due i genitori sono allergici, il rischio che il figlio sia allergico aumenta in maniera percentuale. Inoltre se un bambino piccolo è affetto da dermatite atopica ha un rischio più elevato di diventare un allergico respiratorio o alimentare. Quando il bambino presenta dei sintomi suggestivi come prurito nasale, starnuti ripetuti, si tocca il naso continuamente e si stropiccia gli occhi, oppure ha la tosse e respira male o gli viene il fiatone quando fa una corsetta per giocare a pallone è giunto il momento di effettuare una visita specialistica allergologica. Tutto questo vale anche per l’adulto, che spesso sottovaluta i sintomi perché sono passeggeri o perché ci si è abituato.
A cura di Dott.ssa Alessandra Fusi – Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica