Il prediabete: cos’è e come distinguerlo dal diabete mellito.
Il prediabete è una condizione che spesso precede l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2 vero e proprio, pertanto una sua identificazione deve suonare come un campanello d’allarme.
Chi soffre di prediabete non presenta lo stesso quadro sintomatologico del malato di diabete e spesso non presenta neanche un sintomo di quest’ultimo; pur tuttavia, alla pari del soggetto diabetico, presenta livelli di glicemia anomali, superiori al normale.
Secondo l’ADA e l’OMS, esistono due sottotipi di prediabete: il sottotipo chiamato alterata glicemia a digiuno o IGF e il sottotipo denominato alterata tolleranza al glucosio o IGT.
Alterata Glicemia a digiuno
Per porre diagnosi di alterata glicemia a digiuno, occorre il riscontro, dopo almeno 8 ore di digiuno, di livelli di glucosio nel sangue superiori al normale, ma non sufficientemente elevati da rientrare in uno stato di diabete ( superiori a 100 mg/dl ma inferiori a 126 mg/dl ).
Alterata Tolleranza al Glucosio
Al contrario, per porre diagnosi di alterata tolleranza al glucosio, è necessario che la glicemia, dopo il cosiddetto test orale di tolleranza al glucosio, risulti compresa tra 140 e 200 mg/dl (in sostanza è superiore alla soglia di normalità, ma inferiore al limite che sancisce la presenza di diabete).
L’ADA (Associazione Americana per il Diabete) parla in questi termini del prediabete: “il prediabete non è da considerarsi una vera e propria entità clinica, ma piuttosto un aumento del rischio di diabete e malattie cardiovascolari”.
Il prediabete è associato spesso all’obesità (in particolarità all’obesità addominale o viscerale), dislipidemia con trigliceridi alti e/o basso colesterolo HDL e ipertensione. Di solito non comporta sintomi; l’unico segno clinico è un’elevata quantità di zucchero nel sangue.