Un elemento che accomuna gran parte dei genitori è la preoccupazione che scaturisce non appena il Pediatra di Libera Scelta e/o la Scuola consigliano loro di rivolgersi ad un Neuropsichiatra Infantile: “Cos’ha mio figlio che non va?”.
Ciò accade probabilmente perché alcune discipline sono meno conosciute di altre e diventa più facile lasciarsi guidare dal pregiudizio.
Per provare a fare chiarezza, abbiamo intervistato la Dott.ssa Sabrina Menini, Neuropsichiatra Infantile di entrambe le nostre sedi: Paderno Dugnano e Saronno.
Di cosa si occupa la Neuropsichiatria Infantile?
La Neuropsichiatria Infantile (conosciuta anche con l’acronimo NPI) è una disciplina medica che si occupa di problemi di natura psicologica e fisica dell’età evolutiva, ovvero del periodo di tempo che va da 0 a 18 anni.
Dopo la laurea in Medicina (6 anni) si sceglie una specializzazione e Neuropsichiatria Infantile ha una durata quinquennale che consente di occuparsi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche che possono manifestarsi durante l’infanzia e l’adolescenza.
Tratta problemi di varia natura quali disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, ritardi dello sviluppo psicomotorio, autismo, sindromi genetiche rare, paralisi cerebrali infantili, disturbi da deficit di attenzione e/o iperattività, epilessia, disturbi emotivo/comportamentali e relazionali a tipica insorgenza in età evolutiva.
Nel concreto, in che cosa consiste il suo lavoro in ambito ambulatoriale?
• Nell’inquadramento diagnostico (cioè nel capire di quale malattia si tratta);
• nella comunicazione della diagnosi (cioè nella spiegazione, per lo più ai genitori, del disturbo e della sua evoluzione clinica, per quello che si può prevedere);
• nella stesura di un progetto riabilitativo individualizzato che preveda obiettivi specifici.
Il Neuropsichiatra Infantile collabora in un’équipe multidisciplinare composta da medici, psicologi, educatori professionali, logopedisti, terapisti occupazionali, fisioterapisti, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva oltre che dalle figure che seguono e accompagnano lo sviluppo del bambino quali il Pediatra di Libera Scelta, la Famiglia e la Scuola.
Come neuropsichiatra infantile svolgo anche il compito di coordinare, all’interno dell’équipe multidisciplinare dei Centri Medici Metica, i percorsi di diagnosi e cura relativi ai disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Quando rivolgersi al Neuropsichiatra Infantile e alla sua équipe?
Ogni qualvolta insorga la necessità di definire un “problema” che riguarda un bambino o un adolescente. I genitori rappresentano i “primi e più importanti osservatori” dei loro figli ma il motivo di invio ad un Neuropsichiatra Infantile non sempre è indice di un disturbo o di una malattia.
Mi piace spesso paragonare il percorso di inquadramento diagnostico o il percorso riabilitativo correlato all’uso di un caleidoscopio: in quest’ultimo piccoli frammenti di vetro colorato, apparentemente irregolari ed incompatibili, attraverso un gioco di specchi e di lenti, creano combinazioni di immagini e colori che acquistano regolarità e significato.
Per analogia anche nel nostro lavoro partiamo da frammenti apparentemente irregolari ed incompatibili per favorire, guardando con lenti diverse, la strutturazione di punti di vista nuovi che aprono ad un diverso significato del “sintomo” che i genitori ci riferiscono.
Ad esempio, accade spesso che la coppia genitoriale si rivolga a noi per un ritardo del linguaggio: la nostra osservazione, in qualità di specialisti, non si fermerà ad una valutazione della competenza linguistica in sé ma prevederà un’osservazione globale dello sviluppo neuropsicomotorio di quel bambino (i suoi indici di socialità ad esempio, indipendentemente da quanti vocaboli il bambino riesca a pronunciare, rappresentano, in corso di osservazione, un dato importante: “Risponde al nome se chiamato? Riesce a comunicare i suoi bisogni mediante l’impiego di canali comunicativi alternativi? Indica quello che desidera?”).
A seconda dell’esito dell’inquadramento diagnostico lo specialista potrà proporre alla coppia genitoriale un progetto riabilitativo individualizzato per il figlio che potrà prevedere trattamenti differenti a seconda del caso.
Può anche accadere che non vi sia la necessità di intraprendere alcun percorso riabilitativo individualizzato ma si possa, tranquillizzando i genitori e fornendo loro corrette informazioni, attendere l’evoluzione spontanea dello sviluppo di quella determinata competenza.
Quali soddisfazioni le dà il suo lavoro?
Creare un’alleanza con i bambini ed i loro genitori, ribaltare il modo di vedere e
intendere i risultati e quindi percepire un possibile miglioramento della qualità di vita là dove, dall’esterno, sembrerebbe impossibile, è sicuramente importante.
Occuparmi di un ambito in continua evoluzione, il doversi aggiornare continuamente e dover entrare in contatto con colleghi sia a livello nazionale che internazionale è un continuo “stimolo per la mente”.
C’è un messaggio che vorrebbe comunicare ai genitori che stanno leggendo questa intervista?
Certamente! Consiglio di avvicinarsi con serenità al Neuropsichiatra Infantile. La dicitura di questa specialità medica può far paura, perché al suo interno contiene la parola psichiatra che da decenni è associata alla follia, alla pazzia e ai gravi disturbi mentali.
Indubbiamente credo non sia piacevole per i genitori, e dico questa cosa da mamma più che da medico, pensare al proprio figlio in termini di “diversità” rispetto agli altri, ma un consulto specialistico è uno strumento di aiuto, non di stigmatizzazione, che permetterà a vostro figlio di crescere in maniera serena, armonica, equilibrata.
Avere delle difficoltà non significa essere malati… è per questo che c/o il Centro Medico Metica crediamo che la nostra mission consista nel “prendersi cura dei bambini ancor prima di curarli!”.
Dott.ssa Sabrina Menini – Neuropsichiatra Infantile